il viaggio del Folle

IL VIAGGIO DEL FOLLE (1° parte)

I Tarocchi raccontano storie, ne raccontano infinite e sempre diverse. Ma tra tutte le storie ce n’è una più speciale di altre, la storia del Folle. È una storia speciale, perché è la storia di tutti noi, è la storia della nostra vita, il nostro romanzo di formazione, declinato in illimitate sfumature. Rappresenta tutti perché ci parla tramite archetipi.

Il Matto è ognuno di noi da bambino quando scopre il mondo, da adolescente quando lo esplora, e infine da adulto quando lo continua ad imparare. Il Matto è la carta 0 e 22, l’inizio e la fine; la strada che percorriamo ci riporta a noi, a delle versioni 2.0 di noi. Tramite le sfide, gli scambi, le relazioni con le altre persone, raggiungiamo nuove consapevolezze, che ci portano a nuovi inizi.

Il Folle, per alcuni versi, somiglia ad Ulisse. Il Folle è il giovane Ulisse che parte per un nuovo viaggio, ed è il vecchio Ulisse che torna cambiato. Il viaggio del folle presenta molte analogie all’Odissea, e molti personaggi dell’Odissea ne richiamano altrettanti nei Tarocchi. Non è un caso, visto che i Tarocchi sono un “viaggio di formazione” sui generis.

Itaca – Constantino Kavafis

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
né nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente e con che gioia –
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta;
più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti
Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.
Ulisse e le sirene, Waterhouse, 1892

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